Pietra dopo pietra

Autoconclusiva

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  1. Dwar l'Implacabile Nazgûl
     
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    Minas Morgul, un luogo tornato oscuro e sotto il controllo dei suoi vecchi padroni, i Nazgûl. L'assedio aveva ferito le sue mura e le sue torri, ma non la sua imponenza. La luce verde emanata da quella fortezza, illuminava i pendii delle montagne circostanti e in parte le nuvole, fatte di cenere, che coprivano Mordor e tutte le catene montuose intorno.
    Una leggera foschia ricopriva il campo di battaglia, rendendo l'atmosfera irreale.
    Ai piedi della fortezza vi erano migliaia di cadaveri e centinaia di pietre, cadute in seguito ai colpi delle macchine d'assedio. Dwar ordinò agli orchetti di rimuovere i corpi e le macerie per preparare la ricostruzione della città.
    Non passò molto prima che la massa di orchi senza vita venisse gettata nella palude insieme alle pietre; sprofondarono nell'abisso, come un sasso affonda nell'acqua.

    Una grande impalcatura fatta di legno e corde venne montata intorno al muro esterno e in prossimità del ponte; durante l'assedio infatti, quest'ultimo aveva subito gravi danni ed ora gli orchetti erano pronti a riunire le due sponde della valle, rendendo quella struttura in pietra ancora più possente e resistente ad eventuali attacchi.

    Qualche raggio di luna filtrò attraverso le nuvole, illuminando le mura coperte da strutture di legno che sembravano essere divenute lo scheletro della fortezza. Migliaia di torce in movimento ai piedi delle torri e sopra le alte mura, si muovevano, mentre rumore di pietre che venivano spezzate si udì fino al Mastio. Là sopra gli Ùlari osservavano con sguardo attento il procedimento dei lavori, necessari per la ricostruzione di Minas Morgul. Dall'alto della torre si potevano udire anche le urla dei comandanti orchi, che spronavano i propri soldati al lavoro, e i colpi di frusta che colpivano le schiene sudate e insanguinate degli orchetti.
    Enormi argani posti sotto le zone maggiormente danneggiate, in seguito all'assedio, venivano caricati dai troll che posavano pietre pesanti e materiali utili alla costruzione.
    Proprio come per la ricostruzione di Barad-dûr anche qui oscuri incantesimi, si univano alla pietra e alle fondamenta, rendendo le mura indistruttibili.

    I lavori procedevano e, pietra dopo pietra, la vecchia Minas Ithil riprendeva l'antica maestosità che destava timore a chiunque la vedesse.
    Battaglioni di orchi pattugliavano la zona e marciavano all'unisono lungo il sentiero. Il ponte era stato ricostruito secondo i tempi previsti ed ora era di nuovo percorribile. Qualcosa di molto più oscuro degli orchetti però era adesso all'opera; Dwar scese dall'alto Mastio e si recò alla base delle mura; era intento ad osservare la "nuova" difesa che avrebbe impedito a qualsiasi nemico di avvicinarsi alla fortezza.
    Un lungo e profondo fossato era stato scavato. Dentro di esso vi era stato versato un materiale sconosciuto perfino agli stessi orchi che continuavano a gettarlo in grandi quantità. Minas Morgul non sarebbe mai più caduta nelle mani della Luce.

    I resti delle macchine d'assedio distrutte vennero bruciati; grandi fuochi illuminavano ora la sponda opposta alla fortezza, mentre una leggera brezza primaverile spazzava via il fumo che ricopriva le zone vicine al sentiero.

    Bastò qualche giorno per far ritornare la città, ora in mano ai Nazgûl, al suo antico splendore. La verde luce brillava ora più che mai mentre tre legioni di orchi, marciavano verso l'interno di Minas Morgul. Il grande portone era spalancato, era pronto ad attendere i suoi nuovi occupanti.

    L'Ombra era tornara a dimorare tra quelle montagne, ed ora più che mai era pronta a mostrare tutto il suo potere ai nemici.


    [FINE]
     
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