Si diano inizio ai giochi

Ioneglai / Diivon

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    Seduto, dietro un tavolino di legno adibito ad ospitare due persone, Ioneglai osservava il fondo del calice da birra oramai vuoto.
    Di fronte la sorella, giunta in perfetto orario da chissà quale landa remota, elegantemente prestava orecchio a ciò che il fratello voleva rivelarle.
    La cameriera portò un cosciotto di maiale fra i due, riempiendo nuovamente il calice di lui con della birra chiara, prendendo successivamente l'ordinazione della femmina.

    Una blusa leggera, color terra, copriva il petto largo di Ioneglai che non si vergognava a mostrare una leggera barba bionda, lasciata incolta più per piacere personale che per menefreghismo. Dove fosse stato il drago non era dato saperlo, poco avrebbe rivelato dei suoi spostamenti alla sorella perché non era di lui che dovevano preoccuparsi.

    Fu così che, una volta giunta anche l'altra ordinazione, il maggiore dei tre figli di Glaurung prese parola.

    - Ancalagon presto andrà in letargo... son suo fratello e sono cresciuto con lui, certe cose le percepisco e lo conosco bene. Non gioca più con niente e nessuno, ha lasciato incompleti i suoi piani per ritirarsi alla noiosa vita coniugale... Chi lo avrebbe mai detto che avrebbe fatto quella fine! -, esclamò osservando le bolle della schiuma disintegrarsi a contatto con l'ossigeno e il calore che proveniva da quella locanda.

    - Sinceramente sono anche contento che si levi di mezzo, ma temo che ci ha lasciato due spine nei fianchi... Lo sapevi che oltre a Shér ha altri due figli? Maschi. -, puntualizzò il sesso dei gemelli (sebbene non conosceva quell'importante dettaglio), alzando gli occhi in quelli della sorella.

    - Come minimo dividerà i territori, a uno toccherà Oltremare e all'altro la Terra di Mezzo ahahah! -, scoppiò a ridere, colto da un'isterica ilarità, bevendo un lungo sorso di birra.

    - A due cuccioli di soli diciassette anni... che fino a ieri han succhiato latte! Povero illuso, se crede che quei due terranno le redini a lungo su Arda si sbaglia di grosso! -

    Prese l'osso di un cosciotto, portando alla bocca la carne per strapparne un bel boccone, - ho altri piani in mente... e voglio condividerli con te, visto che a differenza di quel bastardo sei l'unica rimasta fedele alla famiglia! -

    A Ioneglai non andava giù il fatto che il fratello avesse generato una progenie maschile, poiché per la successione sarebbe stato un grandissimo problema. Non potevano coesistere tre possibili alfa, Arda era troppo piccola, e Ioneglai non era quel tipo di drago che amava la condivisione.

    - Io prenderò Oltremare, tu la Terra di Mezzo e i draghi ancora in vita dovranno sottostare alla nostra volontà! Emariel s'indebolirà senza Ancalagon ed è allora che dobbiamo allearci ed agire... Non capisci? Siamo noi i legittimi eredi dei territori di Arda, non due lattanti! -
     
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  2. Diivon Nahl Nevonaar
     
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    Accavallò una gamba sull'altra, facendo cadere la lunga veste color vinaccia sul pavimento, incurante del materiale ligneo logoro e sporco da sputi, briciole e birra rovesciata.
    Ora quelle sottigliezze non le importavano un granché, più concentrata sul fratello. Se l'aveva convocata con urgenza in quel luogo tanto bizzarro significava solo che portava con sé notizie di vitale importanza.
    Quando la ragazza della locanda interruppe il silenzio che vigeva fra i due draghi, la femmina le rivolse un caldo e invitante sorriso, richiedendo del semplice vino rosso. Ordinazione che non tardò a raggiungere i fratelli, completando così quell'apparente cena tirata su solo per dar scena che per pura fame. Loro non avevano bisogno di nutrirsi né tanto meno di bere, ma non eran di certo giunti per innalzare sospetti nei loro confronti.
    Quando Ioneglai iniziò a parlare, Diivon roteò gli occhi al cielo.
    Quell'assurda gara fra fratelli non li aveva mai abbandonati, fin da cuccioli dovevano litigare per chi avrebbe prevalso sull'altro e, come allora, una nuova battaglia di testosterone stava per attuarsi.

    - Non ti è bastata la batosta presa l'ultima volta? -, chiese inarcando un sopracciglio, sorseggiando il suo calice di vino con parsimonia, rievocando alla mente del fratello maggiore la battaglia sull'isola di Romenor.

    Ma i suoi buoni propositi per difendere per l'ennesima volta Ancalagon sfociarono nella perplessità assoluta. Due maschi? Questo poteva diventare un problema anche per lei, visto che Fyer era suo figlio e credeva che, una volta andato in letargo, avesse dato tutto al nipote.

    - È un'assurdità! Mio figlio gli ha fatto da schiavetto fin dalla nascita ed ora ripaga i suoi sforzi dividendo le terre in due? Senza nemmeno interpellarci?! Ma chi si crede di essere? Il Dio di Arda? Mai il suo orgoglio aveva raggiunto limiti tanto elevati, assolutamente no! Và fermato questa volta! -, esclamò con indignazione, poggiando la schiena contro la sedia.

    - Ho lasciato che scegliesse il nome di mio figlio, che lo educasse, che gli facesse da mentore e l'ho lasciato alle cure della sua compagna per cosa?! Ritrovarmi tagliata fuori dall'eredità con lui?! Che poi sempre se di eredità si possa parlare... La Terra di Mezzo non è mai stata di Ancalagon! -

    Se avesse potuto fumare dalle orecchie, in quel momento lo avrebbe fatto. E ancora non era giunta la notizia di Glaurung alle sue orecchie...

    - Nostro padre non lo permetterà, si opporrà a questa cosa, vedrai! Che si tenga Oltremare e lasci a noi la libertà di gestirci come vogliamo... Non sono sopravvissuta alla Guerra dell'Ira per sottostare a lui o peggio ancora, ai suoi figli! Il mio è più grande, ripeto, i territori spettano a lui che diventerà il nuovo Alfa -
     
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    Si pulì la schiuma rimastagli sulla barba con la manica della blusa, annuendo al discorso della sorella. Sapeva che l'avrebbe convinta con poco, ma ciò che lo incuriosì fu che la stessa ignorava il fatto che il loro padre fosse morto.

    - Diivon, pensavo sapessi che Glaurung è morto... È stata Emariel, mi trovavo nelle vicinanze durante l'accaduto e ho percepito i poteri sia dell'uno che dell'altra, ma quando sono giunto non c'è stato nulla da fare. Di nostro padre è rimasta solo la polvere -, disse tranquillo, mentre gettava l'osso ripulito nella ciotola di legno.

    - Comunque sono d'accordo con te, è pur sempre suo nipote e lo trovo alquanto oltraggioso far passare davanti i suoi figli, minori pure d'età... Per questo ti dico che dobbiamo iniziare a muoverci nell'ombra. Non sappiamo fino a che punto le mire di Ancalagon arrivino, anche se so di per certo che da Galihan fa partire molte rotte commerciali. Bisognerebbe far fuori James, quell'umano che gli tiene i conti e la roccaforte -, pensò ad alta voce, ragionando sul da farsi.

    - Forse toi conviene portarti dalla tua un territorio neutrale, dapprima, ad esempio Rhun... Era sotto le mire di Miizun ma sai anche tu che quel drago non ha tutti gli hobbit a posto! -

    Fece la battuta, sorridendo di rimando a Diivon, percependo la sua mal sopportazione.

    - Io passerò prima a Galihan e poi attenderò che vada in letargo per dirigermi ad Oltremare, passando il restante tempo in incognito... D'altronde è una mossa azzardata passare per i suoi domini e non voglio alzare troppo polverone inutile, potrebbe pur sempre decidere di non andare in letargo, ma non ne son certo -
     
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  4. Diivon Nahl Nevonaar
     
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    Il calice le cadde letteralmente di mano.
    Non seppe come reagire a quella notizia, ed inizialmente il suo cervello si rifiutò di credere alle parole di Ioneglai.

    - Cosa... Che stai... dicendo... non è possibile sia morto... non così...-, ma sul volto fraterno non c'erano segni di scherzi o quant'altra burla e gli occhi iniziarono a pizzicarle.

    - Nostra madre non reagirà bene, come del resto non sto reagendo bene io. La pagherà molto cara per questo affronto, che male stava facendo nostro padre? Quando fu il primo ad aiutare Ancalagon?! Mh? E lui che ha fatto? Niente! Ci fa figli capisci? Come se fosse stata una liberazione anche per lui... è sempre stato un ingrato, mi stupisce il fatto che comunque era il cocchino di turno! -

    Insofferente e ricolma di rabbia, terminò il vino in un colpo solo.

    - Farò come dici. Inizierò da Rhun, poi passerò pian piano di territorio in territorio... Ma se i miei passi mi porteranno a Dale non sarò certo colpita da pietà... Mi riprendo mio figlio e darò giustizia a nostro padre. Che Ancalagon poi osi svegliarsi, ce n'è anche per lui! -
     
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    - Di quale figlio parli esattamente Diivon? - chiese retoricamente lui, scrollando le spalle con disinteresse, - Fyer non ti considera sua madre, Ancalagon ha pensato bene di fargli il lavaggio del cervello, son certo sia disposto a sacrificarsi per Emariel piuttosto che seguirti, ma è solo un'idea personale! -, la guardò affilando lo sguardo. La stava inferocendo ed era proprio questa la modalità che voleva innescare nella sorella.

    Mite e sempre in disparte per lasciare il palcoscenico ai fratelli, era giunto il momento per la femmina di occupare un posto in prima linea.
    Perché? Perché era l'unica rimasta a Ioneglai, l'unica da poter corrompere per i propri fini.

    Certo, sarebbe stato di parola. La terra di Mezzo sarebbe stata della sorella. Lui voleva la rivincita su Oltremare, voleva sottrarla al fratello, giusto per capriccio e dispetto. Come Ancalagon d'altronde gli aveva sottratto altro...

    - I cuccioli non saranno un problema, ucciderli sarà semplicissimo... Quanto pensi siano grandi? Non arrivano a misurare come questa locanda, anche se sospetto che il loro aspetto sia umano, dobbiamo concentrarci sui diciassettenni della stirpe degli uomini perché la prima cosa che il padre gli avrà insegnato sarà stata quella di nascondere l'odore -, schioccò la lingua contro il palato sbuffando.

    - Fa di Emariel e Shér ciò che vuoi, io me ne tiro fuori questa volta! Sei grande tanto quanto lei, sebbene pochi anni ti separano dalla sua nascita, ma come giustamente abbiamo sottolineato poco fa sarà più debole senza Ancalagon e ricordati... Una madre farebbe di tutto per i suoi figli, si fece prendere dal mio servitore anni fa, pur di far scappare Shér, usa l'ingegno sorella -
     
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  6. Diivon Nahl Nevonaar
     
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    Strinse i pugni abbassando lo sguardo dopo la prima domanda di Ioneglai. Ne seguì un'altra drastica spiegazione e la femmina dovette fare uno sforzo enorme per non mettersi ad urlare davanti a tutti la sua frustrazione.
    Non fu sua la colpa della guerra dell'Ira. Lei lo aveva nascosto bene l'uovo eppure... Eppure al ritorno vi ci trovò solo terreno instabile.
    Che fosse stato Ancalagon anche allora?

    - Io non mi sono mai dimenticata di mio figlio, ho passato ere a cercarlo... -, bisbigliò certa che l'altro potesse udirla.

    Poi sospirò grave, tornando a guardare Ioneglai in faccia. Si alzò gettando sul tavolo una manciata di monete d'argento.

    - I cuccioli saranno i primi a saltare, quando il padre leverà le tende e che Emariel stia al proprio posto, visto che mi schifa l'idea di considerarla drago. Non ha genitori, non è nata come noi... Lei e Miizun furono plasmature di Morgoth, draghi costruiti su misura per rispecchiare determinate caratteristiche. Che la legge della natura faccia il suo corso allora! -

    Ed uscì dalla locanda con un nuovo obiettivo in testa: Rhun.
     
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    Ascoltò le parole della sorella e guardò quelle monete roteare rapide contro il tavolo. Le prese, constatando solo dopo che erano più del dovuto. Ah cara sorella che si preoccupava sempre dei fratelli maschi, chissà se la rabbia sarebbe veramente esplosa contro Ancalagon...

    Non poteva darsi una risposta certa, ma la femmina si sarebbe comunque vendicata in un modo o nell'altro. Si alzò portando al bancone il giusto conto, per poi uscire dalla locanda per muovere i suoi passi verso un luogo alquanto lontano.
    Montò a cavallo prendendo il sentiero nel bosco. Non aveva fretta, Ioneglai, a lui piaceva l'attesa, godersi l'attimo prima della tempesta.

    Galihan era a una settimana di viaggio, avrebbe avuto così il tempo per ideare un piano d'attacco e uno di difesa... idealizzando tutte le varie ipotetiche scene finali.

    /Fine/
     
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