Un aiuto dagli elfi

Garein e Cìriel

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  1. Garein Spaccateste
     
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    Il viaggio in mare si rivelò più tortuoso del previsto. Da solo, con un'imbarcazione /presa in prestito/ sulle rive delle Bianche Scogliere, s'apprestava a solcare onde poco propense alla benevolenza. Il tempo non era dei migliori, pesanti nuvole cariche di pioggia aleggiavano sopra la sua testa, ma Garein era indomito e testardo. Doveva raggiungere il Reame Boscoso e lì cercare Nein. Solo una volta assicurato del suo stato di salute (precario a detta di Ofter) lo avrebbe ricondotto a casa. Già immaginava le possibili reazioni ed era pronto ad accogliere la sua turbolenza adolescenziale, qual'ora si fosse palesata.
    Ma chi comandava dall'alto dei cieli preferì mettere i bastoni fra le ruote e, senza che potesse fare alcunché, la barca cambiò direzione sotto il potere del vento.
    L'approdo previsto sulle sponde della Baia di Belfalast non avvenne e, contro le previsioni fatte, Garein si ritrovò sulle coste dell'Enedwaith. Non conosceva la Terra di Mezzo, aveva viaggiato poche volte verso quel continente, quindi si dovette munire si santa pazienza ed iniziare a chiedere informazioni alle persone che incrociava sul suo cammino.
    Tutti, umani e non, pronunciavano il nome di Gran Burrone, classificandola come casa accogliente. Suggerirono i più esperti di passare prima da Elrond. così da ricevere maggiori informazioni sulla situazione di Bosco Atro e così Garein fece.
    Era abituato alla fatica fisica, alle lunghe camminate e alle intemperie. Prese un cavallo, si fermò solo quando il tempo non permetteva di proseguire, poi si arrabattò per vie montane, e dovette abbandonare il pony.
    Dopo giorni di ingloriose fatiche ecco che, davanti ai suoi occhi (nella perfetta gola di un monte) si erse la casa di Elrond.
    S'avviò a passo deciso ma, quando risalì il ponte, un paio di elfi dai lunghi capelli castani obbligarono i suoi piedi ad arrestarsi.

    - Qual é il tuo nome -, pronunciò una delle due guardie.

    - Il mio nome è Garein, provengo da al di là del mare e avrei urgenza di colloquiare con il vostro re -

    Non parvero molto convinti di quella spiegazione spicciola, ma tennero in conto che comunque il nano era disarmato.

    - Seguici -, dissero scortando il nuovo giunto per le vie sinuose di quella che, a tutti gli effetti, la si poteva definire comunità.

    Era un bel posto tutto sommato. Nell'aria vi era profumo di pioggia ed erba bagnata. I cornicioni dorati e le colonne bronzee risplendevano facendo strambi giochi di luce contro il pavimento lucido.

    Si fermarono dinnanzi ad una porta, uno dei due soldati bussò ma non attese risposta, entrando successivamente.
    Garein si guardò intorno cercando di scorgere una regale figura maschile, ma colei che gli si palesò di fronte aveva tutto fuorché dell'elfo maschio.
     
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  2. Círel Nieninquë
     
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    Tracciò una linea netta sul foglio del quaderno, disegnando quindi una X su una pagina piena di appunti trasportati dal suo quaderno personale.
    Sbuffò picchiettando il pennino contro la cattedra di legno massiccio, così che l'inchiostro andò a cadere a mò di pioggia sul pavimento.

    - Oh caspita! -, esclamò alzando una gamba così da non sporcarsi le scarpe e l'abito. Ci mancava pure il vestito macchiato d'inchiostro quel giorno!
    Era agitata e lo si poteva vedere dai gesti nervosi che ogni tanto compiva.
    Il suo promesso sarebbe giunto da un momento all'altro e lei, presa un po' dall'angoscia, non sapeva bene come reagire una volta posta di fronte al figlio di Elrond. Quindi si buttò anima e corpo sulle sue ricerche, sperando che almeno in quell'ambito sarebbe riuscita a cavare il ragno dal buco.
    Ma quella scrittura parve ancora indecifrabile e la delusione della tardiva scoperta l'abbatté più del dovuto.

    Si lisciò i lunghi capelli dorati, passando fra quei fili le dita. Dopodiché li annodò con una treccia morbida e si alzò chiudendo il quaderno.
    Proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta e lei si voltò di colpo, incrociando gli sguardi austeri delle guardie.
    In mezzo a loro, un po' nascosto dalle differenze di altezza, vi era quello che a tutti gli effetti si classificava come nano.

    Le guardie spiegarono frettolosamente la situazione e Cìrel fu desolata di annunciare che Elrond al momento non poteva riceve visite. Si stava preparando per il grande viaggio che, purtroppo presto, avrebbe affrontato.

    - Colloquierò io con il nostro ospite, sempre ch'egli voglia essere ascoltato da me -, un sorriso benevolo fu donato in direzione di Garein, mentre le guardie s'inchinarono ed uscirono dalla stanza richiudendo la porta al loro passaggio.
    Non si sarebbero allontanati più di tanto, sempre vigili nei confronti degli avventori.

    - Sei il benvenuto, ti prego di accomodarti! -, indicò al nano un divanetto di velluto grigio mentre s'apprestava a raggiungere una brocca argentea dimenticata sulla scrivania.
    Versò il contenuto in due bicchieri, presi da una delle vetrine che componevano la sala da lettura, dopodiché ne passò uno al nano.

    - È succo di sambuco, un ottimo dissetante! -, sapeva che i nani prediligevano la birra, ma ritenne più salutare offrire qualcosa di meno pesante.

    - Il mio nome è Cìrel, a cosa dobbiamo questa visita inaspettata? -
     
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1 replies since 2/2/2020, 15:03   75 views
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