La paternità

Role con Talitha

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    Il viaggio verso nord durò più del previsto, qualcosa nella Terra di Mezzo era cambiato e Bearo poteva sentirlo ad ogni chilometro che faceva. Superata la regione di Gondor notò ronde sempre più frequenti di rohirrim e raminghi, la gente dei villaggi sembrava quasi spaventata e diffidente per non parlare di un odore acre e pungente che proveniva proprio dalla sua foresta. Le notti furono altrettanto guardinghe, poche ore di sonno e qualche mannaro in cerca di un pasto facile, tuttavia il gigante riuscì a tornare a casa indesse e con il vessillo ben piegato nella larga bisaccia.

    Tuttavia ciò che lo attendeva al suo ritorno era del tutto inaspettato, mai avrei potuto immaginare ciò che Mirkwood celava in sé, mai avrebbe potuto sospettare delle bestie che si davano battaglia in quella selva antica e sacra. Prima di entrare in quel groviglio di alberi e cespugli notò due alte colonne di fumo levarsi in lontananza, temendo per l'incolumità dei suoi cari mutò immediatamente e alzandosi sulle zampe posteriori annusò l'aria, cercando di capire se fosse puzzo di legna che ardeva o peggio. I suoi sensi gli diedero sollievo, si trattava di qualche albero andato a fuoco ma il dubbio rimase.

    -Non mi piace...-

    Bramì a denti stretti, poggiandosi nuovamente a terra e procedendo con passo attento, inoltrandosi a Mirkwood. Le orecchie rotravano tutt'intorno e il grosso e nero tartufo guizzava avanti e indietro. Superato un avvallanento ecco che la terra prese a tremare, i tronchi ad ondeggiare e uno stormo levarsi in aria spaventato.

    -Ma che diamine!?-

    Artigliò il terreno, alzando anch'esso lo sguardo.

    -Il terremoto?! Qui? Impossibile!-

    Ringhiò cercando di capire cosa avrebbe potuto creare un simile sisma, non trovando tuttavia risposta. Si rimise in marcia, attraversando la foresta fino alla propria capanna, le alte mura in legno si stagliavano lontane e robuste, tornano bipede aprì il cancello e il vasto guardino ben curato lo accolse con una sinfonia di suoni e profumi. Le pingui api ronzavano placide, ondeggiando il peloso e paffuto addome, mentre oche e galline razzolavano tranquille. Dal retro si potevano udire i nitriti dei cavalli pezzati.

    -Finalmente a casa...-

    Sospirò sollevato, attraversando la zona verde ed aprendo la porta di casa. L'interno era silenzioso, il fuoco del camino quasi estinto e la tavola disordinata da chi aveva consumato una veloce colazione.

    -Talitha...-

    Borbottò arcuando le sopracciglia e negando un paio di volte col capo, essere padre voleva dire anche questo. Appese la bisaccia col vessillo accanto la porta d'ingresso, prendendo alcuni ciocchi e piegandosi su un ginocchio davanti al camino cominciò a nutrire il fuoco.

    -Quella ragazzina è terribile...-

    Bramì soffiando un paio di volte prima che le fiamme tornassero a danzare fra legna e carbone. Alzatasi andò alla tavola, ripulendola dai taglieri e dalle scodelle, mettendo via il pane, il latte e i biscotti, dandole una pulita.

    -Ma dov'è quella peste?-

    Grattandosi il capo e guardandosi intorno.

    -Talitha! Dove sei sono papà!-

    Chiamò girovagando per casa, non trovandola andò sul retro.

    -Talitha!-

    Chiamò ancora portando una mano alla bocca.

    -Dove sei bambina?-

    Andando verso il recinto dei cavalli.

    -Talitha!-

    Portando le mani ai fianchi e facendo saltare le pupille in ogni angolo della fattoria.

    -Talitha!-

    Chiamò ancora e ancora.
     
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    Vedere la sua bella capanna in lontananza fece tirare un respiro di sollievo alla ragazza. Lei amava casa sua.
    Amava le piante piene di fiori variopinti intorno a cui ronzavano centinaia di apette, le oche e le galline che non facevano mai mancare qualche uovo in più del dovuto per poter fare altre torte, le mucche, i cavalli possenti ed eleganti, e tutti gli altri animali. In particolare, Talitha amava svegliarsi la mattina presto per andare a vedere i cavalli. Stava imparando a cavalcare e in segreto avrebbe voluto averne uno solo suo.

    A distoglierla completamente dai suoi pensieri fu la voce del padre che tuonò nel silenzio. La stava cercando.
    Così la mutapelle allungò il passo e subito le tornarono in mette tutte le cose che erano appena accadute: doveva assolutamente raccontarle al padre.
    Attraversò l’aia spaventando alcune oche che fuggirono agitando le loro ali e raggiunse la porta.

    “Dovrei dirgli anche del talismano? E della pozione?”

    Per un attimo, ferma davanti alla porta di casa, Talitha si fermò a riflettere sul da farsi. Così decise, all’inizio, di tenersi quegli oggetti per sè: prima li avrebbe testati da sola.

    Quindi spalancò la porta, e si ricordò di non aver assolutamente sparecchiato quella mattina. Ma chi avrebbe mai immaginato di incontrare nella foresta uno stregone un po’ pazzo!
    Secondo i suoi piani, avrebbe sistemato tutta casa dopo essere tornata da una breve “passeggiata “ nel bosco.

    - Papà! -

    Gridò a gran voce la ragazza, ma sembrava che Bearo fosse uscito verso i campi e così fece anche lei.
    Lo vide in lontananza camminare a passo svelto verso i cavalli: doveva essersi preoccupato.
    Allora corse da lui il più velocemente che poteva. Quanto tempo era passato da quando si erano visti l’ultima volta?

    - Sono qui papà! -

    Gli saltò addosso e lo strinse fortissimo.

    - Pensavo che non saresti tornato più! -

    Provava gioia e paura nello stesso preciso istante. Forse, dopo quello che aveva visto, sarebbe stato meglio saperlo lontano da quei boschi, e soprattutto da Dale.

    - Ero andata... È una lunga storia. Mi dispiace averti fatto preoccupare. Però devo parlarti! Devi sapere cosa sta succedendo! Possiamo andare a casa? -
     
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    La voce morbida della bambina giuste alle orecchie di Bearo come una manna dal cielo, si voltò di colpo raggiungendola a larghi passi.

    -Talitha!-

    Vederla corrergli incontro fu come un dolce balsamo, la paura venne spazzata via. Cadde in ginocchio lasciando che gli balzasse addosso, stringendola fra le larghe braccia.

    -Siano ringraziati i Valar, ho temuto il peggio bambina mia!-

    Tenendola nascosta contro di sé, carezzandole i folti capelli neri.

    -Non farlo mai più signorina! Non hai idea dello spavento che mi hai fatto prendere.-

    Rimproverò incrociando lo sguardo col suo, nonostante il cuore battesse in maniera più regolare.

    -Dove sei stata? Perché ti sei allontanata dalla fattoria?-

    Chiese alzandosi in piedi, tenendola su posata sul gomito. Andarono a casa, entrati che furono Bearo si andò a sedere sulla grande poltrona i legno intagliato e coperta da morbide pellicce. Fece scivolare la figlia sulla gamba, tenendola per il fianco così che non scivolasse.

    -Allora, piccola peste, hai tempo fino all'ora di pranzo per spiegarmi cosa ci facevi lontano da casa, perché hai lasciato la tavola in disordine e sopratutto mi aspetto una valida motivazione per cui non debba mandarti a pulire le stalle delle mucche sedutastamte.-

    Così parlò, voce severa e austera così come autoritario era il viso, nonostante i gesti ingannassero il rimproverò poiché la grossa e callosa mano saliva e scendeva lungo la schiena della bimba. Le pupille sondavano attente il viso e le spalle, assicurandosi che non avesse ferite o tagli di alcun genere.

    -La foresta è un posto pericoloso se non si è pronti ad affrontare ciò che nasconde Talitha...ricordalo sempre...-

    Ammorbidì la voce, appoggiandosi allo schienale una volta assicuratosi che non avesse alcun danno.

    -Comunque...-

    Passando i polpastrelli sugli occhi, massaggiando un paio di volte.

    -Coraggio, raccontami cosa ti ha portato fuori da casa così di fretta.-

    Concluse attendendo il "rapporto" della figlia.
     
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    Mentre ascoltava le parole del padre sentì un brivido percorrerle la schiena: stava ripensando a tutto quel che aveva vissuto poche ore prima.
    Non riuscì a rimanere seduta e infatti si alzò immediatamente.
    Raggiunse quindi una credenza dall'altra parte della stanza dentro cui giaceva un piccolo barattolo contenente radici di liquirizia essiccate. Quei bastoncini avevano un sapore fortissimo e alcuni li aveva colti lei stessa: morderli la aiutava a sfogare lo stress e quindi ne afferrò uno e iniziò a masticarlo.
    Per un attimo le parve che Bearo avesse intuito il suo nervosismo e forse si era pure incuriosito un po' di più.

    Doveva raccontargli proprio tutto? Di Radagast, della slitta, della sua casa e dell'alchimia?

    - Papà, devi sapere che ho attraversato la foresta intera fino ad uscirne dall'altro suo lato... -

    Forse quello non era esattamente il modo migliore per iniziare un discorso evitando il più possibile di far arrabbiare il padre.
    Talitha si morse le labbra per un attimo, ma prima che le venissero poste nuove domande o rimproveri continuò a parlare, questa volta con un tono di voce più deciso.

    - Ho visto la città di Dale, sotto la montagna solitaria, ma non solo questo... Ero lontanissima, chiariamo questo particolare! Ma non troppo da vedere cosa stava accadendo lì. Papà, mentre tornavi non ti è parso di sentire come dei tuoni fortissimi? O come dei piccoli terremoti? -

    Rivolse lo sguardo verso le sue braccia: aveva tutti i peli rizzati verso l'alto. Suo padre lo aveva notato e sembrava anche lui piuttosto allarmato ormai.

    - C'era un drago... Non sono sicura fosse uno solo -

    Si bloccò.
    Deglutì a fatica, perché di nuovo si sentì assolutamente impotente. Se un essere del genere era riuscito a radere al suolo mezza città, cos'altro era in grado di fare?

    - Sembrava volesse distruggere tutta Dale, non so perchè era lì... -

    Nella stanza era calato il silenzio.

    - Non mi sono avvicinata assolutamente, anzi sono scappata subito. Non ho visto altro! Ma dobbiamo fare qualcosa, non so bene cosa. Ma dobbiamo avvertire la nostra gente! -

    "Devono essere informati e anche loro devono informare tutti coloro che conoscono." Aveva detto Radagast, e questo avrebbe fatto Talitha.
    A proposito di Radagast... Non aveva ancora detto nulla riguardo lui. In realtà sperava che suo padre tralasciasse il dettaglio su come Talitha fosse riuscita ad arrivare fino a Dale in pochissimo tempo e a tornare indietro, per il momento si limitò a masticare ancora più forte quel povero bastoncino di liquirizia e ad attendere una sua reazione.
     
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    Ascoltò in silenzio le mirabolanti avventure che Talitha aveva passato con lo stregone bruno, non una parola uscì dalle sue labbra e non un accenno di qualsiasi umore venne fatto trasparire dal volto duro e austero del colosso. Le dita intrecciate fra loro e i gomiti posati sulle ginocchia, curvo in avanti con lo sguardo fisso sulla giovane. Solo quando la mutapelle concluse la sua storia, prese un lungo respiro aggrappando con la mano destra l'omonimo bracciolo della poltrona in legno intagliato, e così parlò.

    -Quindi fammi capire bene...non solo hai disubbidito deliberatamente ad un mio ordine, non solo sei andata in giro con Radagast oltre i confini che ti avevo chiaramente proibito di superare ma hai anche assistito ad uno scontro fra draghi, nostri nemici naturali.-

    Voce profonda e autoritaria, mentre s'ergeva ritto con la schiena, sollevando di poco il mento e aggrottando la fronte contenendo un miscuglio di rabbia e preoccupazione.

    -E non hai pensato minimamente a cosa sarebbe potuto accadere se quelle due bestie t'avessero vista, a cosa sarebbe potuto succedere se avessero fiutato il tuo odore o peggio se fossero giunti fin qui!-

    Ringhiò gesticolando con la mano sinistra.

    -Hai idea di ciò avresti potuto scatenare!? Delle terribili conseguenze alle quale hai esposto tutto noi?!-

    Continuò alzando la voce che divenne man mano sempre più gutturale.

    -Mi hai disobbedito deliberatamente e quel che è peggio hai messo te stessa in pericolo!-

    Rimproverò battendo pesante un pugno sulla poltrona.

    -Senza considerare che nella tua scelleratezza non hai minimamente pensato a me! Cosa avrei fatto se ti fosse successo qualcosa?! Non hai pensato al dolore che avrei potuto soffrire se ti fosse capitato qualcosa di terribile o se peggio fossi stata uccisa da uno di quei due draghi?!-

    Abbaiò con espressione furente.
     
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