Le città morte

Monologo

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    Elfi e Mezzelfi
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    Il rumore dei suoi passi svelti era bastato per far capire a chi lo sentiva che qualcosa non andava. Non era un’andatura solenne e fiera, anzi ispirava una grande angoscia ma in quel momento al Re non importava.
    Aveva detto a Radagast di prepararsi ad accogliere i rifugiati che avrebbero raggiunto il castello mentre lui non c’era, perché sarebbe andato con alcuni uomini a prenderli di persona. Probabilmente Legolas non avrebbe mai ringraziato abbastanza lo stregone per tutto ciò che aveva fatto: lo aveva liberato dalla prigionia salvandogli la vita e salvando quella di Aranel, e proprio nel momento in cui un drago incombeva sul suo regno lui era lì.

    - Ti sono debitore, Radagast, io e il mio esercito saremo sempre tuoi alleati. -

    Gli aveva detto pochi minuti prima, e subito dopo aveva preso a camminare velocemente in ogni ambiente del castello avvertendo tutti i servi che incontrava.

    - Radunatevi nella sala del Trono, alcuni di voi vadano a preparare il mio cavallo e una scorta di soldati. Dobbiamo muoverci velocemente. –

    In poco tempo si sarebbero radunati tutti, nel mentre lui avrebbe raggiunto Aranel e le avrebbe comunicato i suoi intenti.
    Con una scorta sarebbe partito verso Dale. Non si sarebbe avvicinato tanto da essere avvistato dal drago ma abbastanza per raggiungere i sopravvissuti. Qualcuno avrebbe potuto chiedersi perché il Re degli elfi si cimentasse in un’impresa di salvataggio così pericolosa, la verità era che desiderava vedere con i suoi occhi cosa stesse accadendo, anche solo in lontananza.
    Così incontrò sua moglie, visibilmente scossa. Lei non avrebbe mai permesso quell’impressa se fosse dipeso da lei, ma Legolas cercò di tranquillizzarla.

    - Oggi non morirà nessuno dei nostri soldati e nemmeno io. Tu prepara il castello ad accogliere i sopravvissuti, Radagast ti aiuterà. Fidati di me, Aranel. -

    Così le diede un bacio, e lei non aggiunse altro. Sapeva benissimo che sarebbe rimasta in pensiero per tutto il tempo, ma a quel punto non poteva più aspettare. Corse nella sala del Trono e lì trovò radunate le guardie, i servi e le dame del castello, Radagast lo ascoltava in lontananza. Alcuni soldati, invece, erano già pronti a partire.

    - Finchè non sarò di ritorno dovrete ascoltare il volere della vostra Regina e di Radagast. Preparatevi ad accogliere coloro che richiederanno asilo. –

    Allora partì con pochi uomini.
    Galopparono per alcune miglia mantenendosi il più possibile all’interno del bosco, dove non sarebbero stati visti, fino al suo confine estremo in cui gli alberi iniziavano a diradarsi.
    Già da lì si intravedevano degli alti fumi ai piedi della montagna dovuti alle macerie delle case o al fuoco di un drago, questo non si sapeva. Ma il drago, dov’era?
    Legolas e i suoi uomini si fermarono per un istante prima di uscire allo scoperto.

    - Procediamo. -

    Era un rischio andare avanti, ma in quel momento dalla radura non si sentiva nulla. Il vento non era scosso, l’inquietudine che prima si percepiva nell’aria adesso era sparita. C’era un silenzio quasi di ghiaccio.
    Allora andarono avanti verso Dale e ci si avvicinarono molto più di quanto avevano previsto.
    Solo qualche miglio ancora più avanti, finalmente, incontrarono alcuni gruppi di persone. Alcune ferite e altre illese.
    Trovarono anziani, giovani, donne, bambini, alcuni portavano in braccio parenti in fin di vita, altri addirittura deceduti. Alcuni erano riusciti a fuggire a cavallo e altri venivano trascinati, altri ancora erano morti durante la fuga. Una cosa era certa: si erano salvate pochissime persone.
    Quella scena fu agghiacciante, quasi quanto la città che le faceva da quinta: macerie su macerie, non era rimasto nulla.

    - Dov’è il drago? –

    Chiese immediatamente il Re, ricevendo solo una risposta: Ponte Lagolungo.
    Allora volse lo sguardo più a Sud, verso il fiume. Anche da lì, però, non percepiva nulla.
    Fu allora che Legolas diede ad alcuni suoi soldati l’ordine di raggruppare tutti e di aiutarli a raggiungere il castello, caricandoseli in sella se fosse stato necessario.
    Lui invece si mosse con pochi altri verso la città sull’acqua, cercando di prestare attenzione ai rumori provenienti da lì, perché in quel territorio non c’era possibilità di nascondersi, eppure nessuno percepì nulla.

    Si avvicinarono un po’, tanto da poter notare in fatto che anche Ponte Lagolungo era completamente distrutta. Non si intravedeva nemmeno una casa, non una singola torre: era tutto distrutto. Un’altra cosa che saltò all’occhio immediatamente era il fatto che l’attacco del drago doveva essere terminato ormai da ore, ma ancora non avevano incontrato nessuno.

    - Sono morti tutti. -

    Sussurrò il Re, quasi a non volerci credere. Quella visione risvegliò nei suoi ricordi i tempi in cui il suo castello era stato raso al suolo portandosi via anche suo padre.
    Deglutì amaramente quel peso che aveva in gola, tanto che i suoi occhi si riempirono di lacrime che però non scesero.

    - Non so dove sia, ma il drago non è lì. -

    Per qualche motivo decise di avvicinarsi ancora di più, fino a raggiungere le sponde del fiume davanti alle macerie. Notò immediatamente che nell’acqua galleggiavano dei grandi pezzi di ghiaccio e, ogni tanto, si intravedevano dei cadaveri. Questo fatto catturò totalmente l’attenzione di Legolas, tanto che non si rese conto di essere rimasto solo dal momento che i suoi soldati si erano avvicinati a un corpo sdraiato a terra. Era un uomo ancora vivo, forse l’unico in tutta la città, e implorava di essere ucciso perchè non avrebbe vissuto senza la sua famiglia, la sua casa e la sua gente.

    - Cercate quel maledetto drago? È morto, insieme a questa città. Non so dirvi altro, ma state certi che è morto. -

    Non aggiunse altro. Chiuse gli occhi lentamente e pochi istanti dopo spirò davanti a loro. Aveva ancora i vestiti bagnati e delle evidenti ferite su tutto il corpo, probabilmente non sarebbero mai riusciti a salvarlo.
    Con lui calò di nuovo il silenzio. Perfino l’acqua del fiume sembrava essersi fermata, quel posto era morto. Ponte Lagolungo non esisteva più.

    - Torniamo a casa. -

    [FINE]

    Edited by Legolas Thranduilion - 7/5/2020, 22:33
     
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